L’atleta che compie allenamenti che comportano uno sforzo continuativo e prolungato nel tempo, presenta un cuore modificato nella sua forma: il c.d Cuore d’atleta, di conformazione sferica.
Tale condizione gli consente di ospitare più sangue nelle cavità cardiache (ipercardiovolume) e di spingerlo con maggiore efficacia grazie al miocardio più irrobustuto.
Queste situazioni, ipercardiovolume ed ispessimento delle pareti del cuore, permettono al cuore di inviare una maggiore quantità di sangue ad ogni sistole (aumento Gittata sistolica) aumentandone così la portata cardiaca. Questa situazione provoca, nello sportivo in condizioni di riposo, una diminuzione delle pulsazioni dando luogo al fenomeno della bradicardia.
Per il soggetto sedentario o poco sportivizzato invece tutti questi effetti sono meno evidenti, ma quello che conta è che l’attività motoria regolare e continuata concorre al mantenimento della funzionalità cardiaca e previene inoltre le malattie cardiocircolatorie.
Quindi, quali benefici genera l’attività motoria a livello cardiocircolatorio?
Miglior tempo di recupero dopo lo sforzo, miglior nutrimento del cuore in seguito alla vascolarizzazione miocardica, riduzione della pressione sanguigna ed altri effetti come il maggior consumo di acidi grassi, riduzione del colesterolo, aumento delle lipoproteine HDL e il calo delle LDL con conseguente riduzione dei trigliceridi e dei fenomeni di aggregazione piastrinica (vere e proprie minacce per i cardiopatici).
Lo sport è prevenzione, spesso anche una cura, lo sport è vita.